La Spagna può, l’Italia no

DOZENS OF SUBSAHARIAN IMMIGRANTS JUMP OVER INTO THE SPANISH LAND IN MELILLAVi ricordate quando due anni fa l’Italia era stata sanzionata dall’Europa per i respingimenti (non-violenti fra l’altro) degli immigrati? Noi siamo i bambini cattivi.

Domenica scorsa a Melilla, in Spagna, ottocento marocchini hanno provato a superare il confine: non si può dire che l’accoglienza spagnola sia stata “calorosa”. Gli immigrati per salvarsi dovevano superare i sei metri della rete dell’enclave (che tanto ricorda una tonnara) e il benvenuto dalla guardia civile spagnola è stato gas al peperoncino e pallottole di gomma. Dodici agenti e sei immigrati sono rimasti feriti e solo in 140 hanno superato la barriera per accedere all’enclave.

DOZENS OF SUBSAHARIAN IMMIGRANTS JUMP OVER INTO THE SPANISH LAND IN MELILLABisogna però fare le giuste distinzioni: il territorio di Melilla, che è proprio al confine col Marocco, può essere delimitato appunto dalla rete e la Spagna non è coinvolta in un servizio umanitario. A Lampedusa invece arrivano i barconi e lì la guardia costiera ha l’obbligo di accoglienza. Sottigliezze che fanno la differenza.

DOZENS OF SUBSAHARIAN IMMIGRANTS JUMP OVER INTO THE SPANISH LAND IN MELILLAFatto sta che comunque gli immigrati rimasti feriti che sono riusciti a superare il confine non hanno ricevuto alcun aiuto dalle autorità spagnole e che la violenza da parte degli agenti c’è stata.

Sino ad ora da parte dei maestrini di Bruxelles solo parole amare e niente aiuti. E i paesi mediterranei, proprio come gli immigrati, sono isolati in balia del loro destino.

Nicolò Fricano

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