Il futuro appartiene a noi

Oggi il binomio giovani e crisi è diventato quasi imprescindibile. Quando ai giovani si chiede qual è il rischio che ritengono che saranno costretti a dovere affrontare in futuro, essi  mettono al primo posto il rischio del lavoro precario. Altrettanto sentito è il timore di rimanere disoccupati, di non avere il necessario per vivere e di non riuscire a fare un lavoro adeguato al titolo di studio.

Non si fa altro che discutere su ciò che ci aspetta in un Paese in cui è aumentato sempre più il tasso di disoccupazione e molte famiglie non hanno ciò che è necessario per vivere una vita degna o addirittura procurare il sostentamento ai propri figli. Tutto ciò ci preoccupa molto in quanto siamo noi  giovani  il futuro di questo nazione. Molti ragazzi, terminati gli studi alle scuole superiori, credono che sia impossibile progettare un futuro e che quindi sia meglio vivere di solo presente; prevedono solo lavori sottopagati con contratti a tempo determinato e perciò più facilmente soggetti ad un licenziamento, impossibilità di comprare una casa dal momento che non si ha una certezza con cui affrontare un mutuo, pensioni in età troppo avanzate.

E’ assodato che in Italia si investe troppo poco nei giovani e nella loro istruzione. Come mai ? Visto che il futuro è nelle nostre mani e in qualche modo, gli unici artefici del nostro destino siamo noi. Sono consapevole delle difficoltà che ci si presenteranno e che il più delle volte i nostri sacrifici non saranno mai del tutto ricompensati, ma io oggi voglio lanciare un messaggio chiaro e d’impatto: l’unico modo per distinguersi, in una società dove sono tanti i ragazzi in cerca di un lavoro è quello di essere delle persone realmente valide sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista lavorativo. Il solo modo per avere un futuro certo è quello di studiare, avere quanto più conoscenze possibili e possedere un bagaglio culturale vastissimo, anche se secondi i più  nella vita è meglio essere  furbi che colti. Per non arrendersi a chi vi vorrebbe più furbi che colti, perchè la cultura rende liberi, critici e consapevoli. Non rassegnatevi a chi vi vorrebbe opportunisti, docili e senza sogni. Studiate, guardate film, leggete tanti libri, fate in modo ,già in età giovanile, di investire su voi stessi per il  futuro che vi appartiene e di gettare  basi solide per cogliere in seguito i frutti dei vostri sacrifici. Meglio precari oggi che servi per sempre.

In Italia si sente spesso parlare di fuga di cervelli: giovani laureati accomunati dall’esigenza di vivere dove merito e competenze sono valorizzati, a scapito di raccomandazioni e burocrazia, costretti a fare la valigia ed emigrare in altri paesi dove sarà più facile trovare un occupazione ed avere uno stipendio non indifferente. Ciò sarà una perdita per l’ Italia stessa, la quale dopo aver formato  belle menti e investito nella loro istruzione non potrà cogliere il frutto atteso. Una situazione che per l’Italia si traduce in un impoverimento del capitale umano a scapito dello sviluppo: al ritmo di 3mila ricercatori italiani all’estero all’anno, in un decennio l’Italia perderà qualcosa come 30mila ricercatori costati agli italiani 5 miliardi. Teniamo conto  che all’estero essi contribuiranno allo sviluppo economico di quei paesi.

Solo in questo modo essi potranno assicurarvi un futuro degno delle vostre aspettative.. ma dove? E voi, che scelta farete?

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