Divertimento criminale: tra realtà e videogioco

Da quando hanno fatto la loro comparsa nella vita dei ragazzi, i videogiochi violenti sono accusati di fomentare, ampliare o, addirittura, scatenare la violenza di chi li gioca. Ovviamente le numerose accuse non sono frutto di un’ideologia retta da fragili fondamenta, ma sono state fatte apposite ricerche scientifiche per dimostrare effettivamente se, oltre a creare dipendenza, i videogiochi influenzino le regioni cerebrali, rendendoci più “violenti”.

Risultato immagini per violenza nei videogiochi"

Uno studio pubblicato sulla National Academy of Sciences, negli USA, ha studiato oltre 17.000 adolescenti tra i 9 e i 19 anni nel periodo di tempo che va dal 2010 al 2017. Le conclusioni dello studio, effettuato in merito ad una possibile correlazione tra violenza nei videogiochi e violenza nei giovani, sono piuttosto interessanti. La ricerca evidenzia come nei giovani che giocano a videogiochi violenti, col progredire del tempo aumenta anche la probabilità del manifestarsi atteggiamenti violenti. Altre ricerche, invece, affermano l’esatto contrario; insomma, l’attendibilità di queste ricerche, o delle news che ne riportano i risultati,                                                                                                                                  è abbastanza discutibile.

Dunque vorrei analizzare il fenomeno da un punto di vista puramente personale: riconosco che molti sviluppatori abusino della violenza per produrre titoli eccessivamente violenti che, non necessariamente, debbano essere la causa di un comportamento violento da parte di un adolescente. Ormai è davvero frequente trovare nel web citazioni come: “I videogiochi alterano la realtà e creano dipendenza”, ma perché la “colpa” deve essere attribuita ai videogiochi e non da chi li gpegi1ioca? Gli sviluppatori sono consapevoli di ciò che concepiscono, per questo ogni videogioco viene classificato mediante un criterio in base all’età, chiamato PEGI (per esempio, un videogioco classificato PEGI 16 è consigliato ad un pubblico di almeno 16 anni). Se ad  un bambino di 9 anni, che ha una propria visione del mondo, viene concesso di giocare ad un videogioco classificato PEGI 18, è facilmente intuibile che un comportamento violento non sia solamente “colpa” del videogioco…

Ovviamente non è un argomento riassumibile in poche righe, ma un piccolo passo per modificare la concezione di videogame, potrebbe essere: non affidarsi solo a ricerche scientifiche (probabilmente false) ma di farsi guidare più dal proprio buonsenso.

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