INQUIETANTE CASO DI UDINE – di Elisa Sciortino & Maria Laura Tarantino

“Come in un videogame “

Il procuratore-capo della procura di Trieste , Dario Grohmann , dopo aver attentamente interrogato le due quindicenni , presunte colpevoli dell’omicidio di Mirco Sacher,ha dichiarato che questo intricato giallo ha ancora tanti tasselli che devono essere inseriti al loro posto.

La telecamera di sorveglianza di un bar mostra l’ingresso delle due giovani insieme al  signor Sacher.

Secondo il racconto delle giovani, sono state loro a telefonare alla vittima , una sorta di nonno acquisito per una delle due, per chiedergli di andare insieme in una gelateria, ma cosa ha spinto poi le due quindicenni a compiere questo assurdo gesto?

“Sembrava di essere in GTA, il videogame. Ci siamo sentite come l’eroe del gioco”. È una delle frasi che le ragazze coinvolte in questa atroce vicenda, hanno affermato. Il videogame, molto famoso tra i giovani, presenta tra gli altri un personaggio che uccide, fugge in auto, ruba denaro, spacca tutto quello che trova sul suo percorso.

La dinamica del gioco è la stessa  che hanno eseguito le ragazze che hanno per prima cosa fatto  dei prelievi con la carta di credito della vittima, segno che conoscevano già il codice per poter effettuare ciò.

Allontanatesi da luoghi troppo affollati, hanno compiuto il misfatto soffocando l’uomo e lasciandolo senza vita.

Le due ragazze decidono  di servirsi dell’auto del pensionato per fuggire, attaccando i fili dell’accensione e premendo l’acceleratore fino a 150km/h.

Rimangono oscuri alcuni punti della ricostruzione offerta dalle due amiche, che, in una deposizione spontanea rilasciata ai carabinieri di Pordenone, hanno raccontato di aver accettato un passaggio dall’uomo, amico di famiglia di una delle due, per andare in centro, e di aver poi reagito ad un tentativo di violenza sessuale, soffocando insieme Sacher.

Resta anche da chiarire se davvero, come hanno raccontato le due quindicenni abbiano preso l’auto della vittima, e l’abbiano guidata in autostrada verso Venezia, e come sia possibile che le minorenni abbiano potuto guidare per tutti quei chilometri.

Tra le ipotesi emerge anche che le due giovani possano essere state aiutate da due amici, i quali le hanno convinte a raccontare l’ accaduto ai carabinieri.

Questa vicenda appare avvolta da un velo di mistero che lascia tanto spazio a dubbi e a profonde incertezze.

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