L’ “URLO” di Munch: da rappresentazione della sofferenza a gara tra super-ricchi.

New York – Era il mercoledì sera del 2 maggio e un migliaio di miliardari assaporavano le loro coppe di champagne prima di prepararsi all’asta di Sotheby’s. Gli ospiti, pronti al duello, per aggiudicarsi: un disegno di Picasso, una tela di Mirò, una scultura di Giacometti. L’opera più ambita è stata il celebre dipinto del norvegese Edvard Munch: l’“Urlo”. L’emblema dell’angoscia è una delle icone più famose al mondo; un dipinto eseguito a pastello con un mix di dodici colori diversi. Il quadro apparteneva a Petter Olsen, figlio di un mecenate di Munch. Il duello in sala è durato circa dodici minuti, ed è stato battuto ogni record. Il gran cerimoniere era partito da ben 40 milioni di dollari, poi 70, dopo i 90 milioni un lungo silenzio. Alla fine ad aggiudicarsi il premio per ben 120 milioni di dollari, un cliente di Moffet, sul quale cala il mistero. Nasce la curiosità di sapere chi sia il vincitore, i possibili nomi sono: la famiglia reale del Qatar, Ron Lauder, ex ambasciatore per Forbes, Roman Abramovich, impreditore russo. La pista più seguita è quella Usa, visto che Moffet segue la pista locale, e va per la maggiore il nome del cofondatore di Microsoft, Paul Allen. Altri sono i record registrati in campo artistico: “Nudo con foglie verdi e busto” di Pablo Picasso, venduto nel 2010 a New York per 106,4 milioni di dollari; “L’ uomo che cammina” di Alberto Giacometti, aggiudicata per 104,3 milioni di dollari da Sotheby’s Londra; “Il ragazzo con pipa” di Pablo Picasso, aggiudicato per 104,2 milioni di dollari nel 2004; “Il ritratto del dottor Gachet” di Van Gogh, venduto a New York nel 1990 per 82,5 milioni di dollari; ed infine “Bal au moulin de la Galette” di Renoir, aggiudicato nel 1990 per 78,1 milioni di dollari.

Marta Cabibbo e Sabrina Calabria 

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