La scuola come micro-riproduzione della società.

La repubblica italiana prevede il diritto costituzionale di “libero accesso all’ istruzione scolastica senza alcuna discriminazione” (art. 34 comma 1 della Costituzione) nonché “l’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione dell’obbligo” (art. 34 comma 2 Cost.). Aprendo le porte ad ogni cittadino in maniera indiscriminata, la scuola italiana finisce col diventare una micro-riproduzione della società. Gli alunni e gli studenti, passando cinque o sei ore al giorno con perfetti estranei, in un modo o nell’altro creano rapporti interpersonali con le relative conseguenze: amicizie, conflitti, gioco di squadra, gelosie, competizione. È così che la scuola offre ai giovani, parallelamente alla formazione culturale, un’occasione di crescita civile nella società. Essa infatti, prima di sfornare medici, avvocati, ingegneri, docenti, ragionieri, elettricisti, architetti o che dir si voglia, ha il compito di formare dei cittadini. Questa mansione fondamentale della scuola italiana viene spesso dimenticata o messa da parte per dare spazio alle valutazioni delle materie specifiche, quando dovrebbe avere un ruolo trasversale fra quest’ultime.

Spronare i ragazzi alla risoluzione efficace dei problemi e ad una pacifica convivenza civile, che si rifletterà in futuro sui cittadini del domani, è possibile solo attuando un lavoro costante di accentuazione delle caratteristiche comuni e delle differenze di ogni individuo come arricchimento personale.

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