“La vita è come il cioccolato, è l’amaro che fa apprezzare il dolce.” [Xavier Brébion]

Buongiorno a tutti, cari lettori! Oggi abbiamo deciso di rendervi la giornata più dolce deliziandovi con la storia del cibo, per eccellenza, preferito da grandi e piccini: il cioccolato! Molti di noi lo considerano quasi come un migliore amico, la migliore medicina a tutti i mali, la miglior merenda durante una giornata di duro lavoro.. Ma quanti di noi conoscono la sua storia?
La storia del cioccolato ha inizio nel 4000 a.C. , nell’America Centrale e in quella del Sud, dove l’albero del cacao cresceva spontaneamente lungo le coste dell’Orinoco e quelle del Rio delle Amazzoni. La prima popolazione che scoprì le virtù nutrizionali di questa pianta fu quella dei Maya, che la portò nella penisola dello Yucatan intorno al XVII secolo; qui non solo attribuivano valori mistici e religiosi a questa meravigliosa pianta ma, i suoi semi, venivano utilizzati come merce di scambio con le altre popolazioni. Il cacao veniva servito come “xocolatl”: una bevanda schiumosa, amara e poco gustosa che gli Aztechi utilizzavano per eliminare la fatica, stimolare le forze fisiche e mentali così da consentire la trascendenza.
Come per tutte le piante di elevato significato sociale e simbolico, anche il cacao vantava un’origine divina.
Secondo la leggenda, una principessa, lasciata a custodire le ricchezze dello sposo, un celebre guerriero che viveva per difendere i confini dell’impero, venne attaccata dai nemici che, inutilmente, cercarono di costringerla a rivelare il luogo del tesoro. Fu uccisa per vendetta e, dal sangue versato dalla moglie fedele, nacque una pianta con i semi amari come la sua sofferenza, forti come le sue virtù e rossi come il suo sangue…
La data ufficiale della “scoperta del cacao” è il 30 Luglio 1502, giorno in cui gli Aztechi offrirono a Colombo i loro semi come monete e la loro bevanda a cui Colombo non diede nessuna importanza.
Nel 1519, Hernán Cortés arrivò dalla Spagna per conquistare il Nuovo Mondo; fu accolto pacificamente dagli indigeni e dall’Imperatore Montezuma che gli offrì una bevanda a base di cacao, cereali e spezie come il peperoncino, cosicché il condottiero spagnolo lo portò con sé in Spagna. Qui alcuni monaci, esperti di infusi e miscele sostituirono il peperoncino con zucchero e vaniglia creando così una bevanda dolce e gustosa.
Quando tornarono dal Nuovo Mondo, gli Spagnoli introdussero l’uso del cacao in Europa e l’Italia fu il secondo paese europeo, dopo la Spagna, a scoprire la bevanda esotica. Per gran parte del ‘500 la scoperta di Cortés ebbe molto successo nelle corti spagnole che riuscirono a mantenere il segreto della produzione di cioccolato diffondendo, però, la bontà di questo prodotto in diversi paesi.
Il cioccolato si diffuse, come già detto, in Spagna ma proprio in Italia, ed in particolare in Toscana, cominciarono ad aggiungervi alcuni particolari ingredienti come la cannella, aromi di gelsomino e muschio.
Nel 1615, grazie al matrimonio tra la principessa di Spagna, Anne d’Austria, e Luigi XIII di Francia, il cioccolato arrivò anche in Francia.
In Inghilterra, nel XVII secolo, il cioccolato assume un carattere completamente diverso: nascono i primi “chocolate-drinking house”.
Il cioccolato che conosciamo oggi fece la sua prima comparsa nel 1847 quando Fry&Sons di Bristol mescolarono lo zucchero con la polvere di cacao ed il burro di cacao (prodotto dal processo di Van Houten) per creare la prima barretta di cioccolato; poi, nel 1875, un produttore svizzero, Daniel Peters, trovò un modo per combinare insieme polvere di cacao e burro di cacao con zucchero e latte in polvere per produrre la prima barretta di cioccolato al latte…

Carolina Ruggeri
Lorenzo Lanno

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