8 Marzo: un pensiero per tutte.

di Ilaria Prizzi

In questo meraviglioso 8 marzo di pioggia e sole, la redazione del giornalino d’istituto si accosta alla figura di Aung Suu Kyi, donna birmana da sempre impegnata nella lotta per i diritti umani e per la democrazia nel suo paese, da molto devastato da una pesante dittatura militare. Leader di questo movimento non violento, ha meritato, nel 1991, il premio Nobel per la pace e nel 2007 l’ex Premier inglese Gordon Brown ha individuato in lei un modello di coraggio civico per la libertà, tratteggiandone un ritratto nel suo Eight Portraits.  La nostra donna si è recentemente candidata alle elezioni della Birmania e ad un comizio ha annunciato di voler lottare in Parlamento per cambiare la Costituzione ed abolire quelle leggi che ostacolano la liberà.

Il nostro pensiero vola poi a tutte quelle donne che, nel piccolo di tutti i giorni, lottano silenziosamente per la propria libertà e per quella delle loro sorelle, le quali non hanno i mezzi o la forza per farlo. Quanta violenza, quanti soprusi e quanto dolore sono costrette a sopportare, anche in un paese formalmente evoluto come il nostro. Perché, ancora oggi, essere una donna è spesso uno svantaggio? Durante la rivoluzione francese, Olympe De Gouges scriveva nella Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina: “Uomo, sei capace d’essere giusto? È una donna che ti pone la domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi? Chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno? Osserva il creatore nella sua saggezza; scorri la natura in tutta la sua grandezza, di cui tu sembri volerti raffrontare, e […] cerca, indaga e distingui, se puoi, i sessi nell’amministrazione della natura. Dappertutto tu li troverai confusi, dappertutto essi cooperano in un insieme armonioso a questo capolavoro immortale. Solo l’uomo s’è affastellato un principio di questa eccezione. […]”. A distanza di più di due secoli, però, assistiamo ancora ad episodi di violenze e discriminazioni. Che questo giorno, allora, serva a tutti noi per interrogarci e sia un’occasione di crescita interiore, augurandoci che presto uomini e donne possano riuscire collaborare da pari e complementari.

Add a Comment