L’ennesima gaffe italiana

Ritorna la questione dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Stavolta è lo Stato italiano a creare scandalo in uno dei Paesi in via di sviluppo più importanti del mondo: l’India.

PER RICORDARE. Circa un anno fa due pescatori indiani furono uccisi per un errore dai due marò italiani in acque internazionali. La vicenda si è svolta nel corso di una legittima missione internazionale di contrasto alla pirateria. Subito i militari furono arrestati e portati in India per avviare un processo. Ma, proprio perché la vicenda si svolse in acque internazionali, il governo Monti riteneva legittimo detenere il pacchetto di maggioranza nella condanna di Girone e Latorre. Così vennero avviate una serie di trattative diplomatiche oltre al dibattito sulla veridicità dell’incidente. Infatti, attraverso fonti di vario tipo, si sospettò che la tragedia non fosse realmente un incidente, anzi si ipotizzò che l’uccisione dei due pescatori fosse intenzionale.

OGGI. Un anno dopo, in prossimità delle elezioni l’Italia richiese al governo Manmohan Singh il rimpatrio “temporaneo” dei due militari, per permettere a questi di votare in tutta tranquillità nel loro Paese. Nonostante alcune opposizioni, che affermavano la possibilità di votare attraverso l’ambasciata italiana in India, il governo accettpò la richiesta del nostro Stato con la clausola del ritorno immediato dei due condannati subito dopo le votazioni.

Ovviamente l’Italia non rispettò i patti, scatenando così non solo le critiche del governo indiano, ma dell’intero globo. Furono molte le critiche fatte sull’atteggiamento del nostro Stato e dalla gente e dalle alte cariche indiane. La stessa Sonia Gandhi, vedova italiana dell’ex-primo ministro Rajiv e presidente del partito di maggioranza Il Congresso, si schierò contro l’Italia durante un vertice del suo partito, ritenendo inaccettabile la decisione presa dall’Italia aggiungendo che nessun Paese può sottovalutare l’India e che le conseguenze sarebbero state gravissime se Latorre e Girone non fossero ritornati immediatamente in India. Una risposta negativa fu data al Ministro degli Esteri Giulio Terzi nel momenti in cui ha richiesto l’appoggio degli USA nella vicenda, i quali ritennero che la vicenda riguardasse solo India e Italia.

Il 15 Marzo, dopo l’annuncio che Latorre e Giorne sarebber0 rimasti in Italia, il Presidente della Repubblica Napolitano convoca al Quirinale Mario Monti e De Mistura, spingendoli a cercare una soluzione diplomatica al caso. Così Monti, nonostante le opposizioni di alcuni Ministri, tra i quali Terzi e Di Paola, propone di rispedire in India i due marò. Dall’India arriva la notizia della nomina del giudice Amit Bansal a presidente del Tribunale speciale che deciderà il destino dei soldati.  E’ certo che i due non saranno condannati a morte o all’ergastolo, perchè il codice penale non lo prevede, ma sicuramente otterranno una condanna di 7 anni.

Il governo avrebbe fatto meglio certamente a risolvere la questione prima di ricevere le critiche da parte di tutti i Paesi. Ciononostante, ha agito nel migliore dei modi possibili, recuperando così quelli che possono essere ritenuti importanti rapporti diplomatici con uno Stato che acquista sempre più potere nell’economia mondiale. Certamente anche l’India ha fatto i suoi sbagli, ma l’importante è che tutto si risolva nel migliore dei modi e che lo Stato italiano continui a sostenere il suoi connazionali.

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