Quando le parole quasi non servono…

Abbiamo visto libri, zaini, scarpe, schiacciati a causa di scuole crollate per disastri naturali o umana incuria, ma mai bagnati di sangue per un atto di ferocia calcolato. Questa volta a morire non sono stati uomini coraggiosi che lottano consapevolmente, ma studenti come noi, con le nostre stesse paure per le interrogazioni, la gioia per un bel voto, la volontà di incamminarsi consapevolmente nel difficile cammino della vita. La scuola è stata fino ad ora un porto sicuro, ma uno scoppio ha travolto, assieme ad una giovane vita, tutte le nostre speranze, le nostre certezze. Questo gesto di inaudita barbarie è la minaccia di una criminalità, che pur essendo combattuta da anni con successo, esprime la sua forza nel tentativo di dimostrarsi “invincibile”. Si chiama Melissa Bassi la giovanissima studentessa dell’istituto Morvillo Falcone che è deceduta a seguito dell’attentato a Brindisi. Sedici anni, originaria di Mesagne, è stata ferita nell’esplosione ed è morta dopo il ricovero in ospedale.
«Tutti dobbiamo rompere l’omertà, i silenzi, le complicità. Dobbiamo avere il coraggio delle nostre azioni. Il cuore ci deve dare la forza» – ha detto don Luigi Ciotti nell’omelia che ha tenuto durante la messa nella cattedrale di Mesagne, per ricordare Melissa e tutte le ragazze rimaste ferite.  E’ proprio vero che quando colpiscono i giovani, colpiscono la società futura; in questo momento sfiducia e sconforto ci lacerano e ci buttano giù, non utilizzeremo la solita retorica portatrice di speranza, ma idealmente abbracciamo i nostri compagni della scuola di Brindisi unendoci silenziosamente al loro pianto.

Per Melissa, i Dalessandrini.

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