RISULTATI DEL SECONDO SONDAGGIO:

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Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i partecipanti e tutti coloro che con tanta ansia hanno aspettato la pubblicazione di questo articolo. È con immensa gioia che notiamo il grande interesse del nostro istituto a seguire attivamente il giornale della scuola e le sue proposte. Anche questa volta, siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla serietà con cui l’argomento e l’iniziativa sono stati accolti. Dopo una maniacale analisi dei responsi ricevuti in data 24/04/2013 siamo arrivati a formulare i grafici sopra indicati, con un interessante parità nelle risposte della prima e della seconda domanda. Il sondaggio comprendeva quattro domande a risposta multipla e una quinta a risposta aperta.

RISPOSTE MULTIPLE:

Il primo dato che colpisce, è senza dubbio la grossa fetta delle risposte favorevoli al testamento biologico (circa l’80%) ; ma innanzitutto, cos’è il testamento biologico? Non essendo un argomento della quotidianità, noi responsabili della sezione sondaggi, abbiamo pensato di principiare la nostra indagine con una breve spiegazione del suo significato. Il testo, ci spiegava che il tanto discusso testamento biologico, non è altro che l’espressione della volontà, da parte del testatore, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio desiderio. Questo, in casi estremi, può anche comportare la decisione (in gergo) di “staccare la spina”, o in altre parole di rinunciare alla propria vita.

Nel paragrafo “Il «diritto a morire» secondo la Costituzione italiana”, relativo ad “Aspetti etici del Testamento biologico” di Mario Condorelli, ci viene eccellentemente spiegata la posizione della costituzione italiana riguardo a questo tema: Secondo l’articolo 32 della stessa infatti, «nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non nei casi previsti dalla Legge». precisando altresì che «la legge non può in alcun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Quali sarebbero dunque questi limiti? Secondo la legge, ad esempio, interrompere l’alimentazione forzata non rispetta la persona umana. Inoltre, ci fa notare Condorelli, “il medico non può essere esonerato dalla responsabilità terapeutica nei confronti del malato, né sul piano deontologico né su quello giuridico.” Questo dunque, appare essere un altro ostacolo per il conseguimento di un reale testamento biologico, poiché vincolato da ulteriori “regole” in campo medico, ovvero quelle sancite dal piano deontologico.

Un tema particolarmente delicato, cui non tutti hanno saputo dare una risposta certa: nella prima domanda, infatti, sussiste una parità per le risposte “contrario” e “non ho le idee chiare sull’argomento” a cui l’istituto ha affidato il 10% ad entrambe. Sperando che le idee si vadano man mano chiarendo, sia con questo articolo, sia con l’informazione personale, che speriamo sia stata raggiunta dalla curiosità provocata dal sondaggio, continuiamo con lo spoglio di quest’ultimo:

Al secondo interrogativo relativo proprio alle leggi vi è di nuovo una spaccatura, questa volta più profonda, delle risposte studentesche. Circa il 25% ha affermato la giustezza dell’istituire leggi specifiche su un tema così intimo; un’altra fetta della stessa percentuale ha espresso il parere contrario, ribadendo che l’ambito è troppo privato. Il 50% invece, si colloca in una zona intermedia, sostenendo che è giusto stabilire delle leggi, purché non siano troppo restrittive.  Le risposte, non a caso, rispecchiano perfettamente le posizioni dei cittadini italiani relative allo stabilimento di leggi specifiche sul testamento biologico. Leggendo sul web numerose indagini sul pensiero nazionale riguardo questo argomento, si può facilmente notare come sia notevolmente diviso; ed è per questo probabilmente, che ancora oggi non si arriva ad una conclusione abbracciata dalla maggioranza del Paese. E’ proprio riguardante il nostro Paese, la terza domanda, che chiedeva se è necessario conformarsi o meno a paesi come gli Stati Uniti o i Paesi Bassi che permettono di decidere sul proprio diritto alla vita. Il 68% ha risposto di sì, ritenendo la cosa fondamentale. Il 14% ha risposto in modo opposto, ritenendo un bene il non avere alcuna legge al riguardo. Curioso il 14% degli studenti che risponde affermativamente come i primi, ma che si distingue da essi precisando l’impossibilità dell’evento, a causa della pressione della Chiesa. Tra questi è emersa la richiesta, da parte di un liceale, di approfondire e spiegare in che senso la Chiesa ha esercitato, o esercita una pressione. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ci informa che per la Chiesa “non è ammessa la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione, che è l’argomento principale su cui sono divise le posizioni e conseguentemente i vari disegni di legge presentati in parlamento, in quanto trattamento di sostegno vitale e non terapia sanitaria.

All’ultima domanda, emerge l’ancora troppa poca informazione del campione, che con un 35% dichiara di volersi ancora documentare adeguatamente prima di rispondere. Il 42% si esprime a favore della possibilità di poter scrivere il proprio testamento biologico; infine il 23% confessa di non essersi mai posto l’interrogativo. Una visione d’insieme ci obbliga a non esprimerci più specificatamente sull’argomento, ma ci obbliga altresì, a considerare la seria necessità di intervenire (da parte dello Stato) per dare voce al popolo italiano e finalmente prendere una decisione in merito.

RISPOSTA APERTA:

Le risposte aperte, chiedevano di immaginare di dare un consiglio ad un amico, avente un familiare in coma vegetativo. La maggioranza delle risposte (facendo una media, circa 10-11 per classe) hanno lasciato la domanda in bianco o hanno espresso la loro incapacità di dare un consiglio. Il rimanente appare diviso tra coloro che in assenza di un testamento biologico preferirebbero agire “nel rispetto della vita”, continuando l’alimentazione forzata; e coloro invece, che, ritenendo il coma vegetativo una sorta di “non vita”, sceglierebbero di interrompere il coma.

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