Scuola e Pandemia: la DAD ha fallito

Negli ultimi giorni, in varie regioni d’Italia, gli studenti sono scesi nelle piazze per protestare contro la didattica a distanza. Chiedono di rientrare in classe  in sicurezza, poiché non ci possiamo più permettere che le scuole rimangano chiuse, per questo trovano necessario un ritorno anche al 50%, purché le scuole riaprano.

Con quello che sta accadendo in questi mesi ci stanno trasmettendo un messaggio sbagliato, ovvero che l’istruzione può essere sacrificata e che ha la stessa valenza di una pista sciistica o di una discoteca. La ministra Azzolina ha affermato di non avere più potere sulla riapertura delle scuole, poiché ha lasciato libera scelta alle regioni in base alle proprie difficoltà. Solo tre di queste  hanno deciso di riaprire le scuole: Abruzzo, Toscana e Valle d’Aosta, mentre le altre hanno deciso di posticipare al 1 febbraio 2021. Ci sono stati, inoltre, molti studi (per esempio quello da parte di Save the Children) che hanno dimostrato che la concentrazione e l’attenzione dei ragazzi sia diminuita, dando prova che la didattica a distanza non può essere sostituita alla scuola in presenza. È aumentata considerevolmente la media di studenti che negli ultimi mesi ha cercato un aiuto presso degli psicologi, a causa del forte stress e dell’ansia. La protesta che sta avvenendo nelle ultime settimane vuole sollecitare le istituzioni a trovare soluzioni  a  questa  giusta causa nella speranza di poter tornare in classe prima della chiusura dell ’anno scolastico.

Andrea Arnone

Virginia Balistreri

Antonino Aiello

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