Cattivo giornalismo: fonti, internet e clickbait

Il “cattivo giornalismo” è stato un argomento trattato durante il Festival Nazionale della Stampa Studentesca tenutosi ad Alessandria giorni 1, 2 e 3 Dicembre. Qui le riflessioni che ne sono emerse.

Al giorno d’oggi, è impossibile non essere informati: giornali cartacei, televisivi e online sono ovunque e le fonti di informazione si trovano in gran quantità. Forse sono troppe?
Con l’avvento di internet, tutti hanno avuto la possibilità di scrivere. E tutti hanno la possibilità di scrivere notizie false.

Quante volte vi sarà capitato di imbattervi, magari mentre scorrete la vostra home di qualche social network, in un articolo dal titolo parziale ed incompleto?
Tra “rete” internet e click “bait” ci sentiamo davvero dei pesci in trappola.
Clickbait, così si chiama questo tipo di articolo: una vera e propria esca, in cui spesso non ha importanza la veridicità di una notizia, ma si scrive solo per ottenere maggiori click e maggiore guadagno. Non è raro vedere video e foto di altri e lontani contesti utilizzati in una notizia  completamente estranea all’origine di questo materiale. Insomma, chiunque ha la possibilità di scrivere, di dire la sua. È un bene o un male?

Al di là delle notizie false, esistono anche le notizie manipolate, che a ben pensarci possono essere ancor più dannose! Omettere particolari, scrivere inesattezze o, peggio ancora, mancare di obiettività volontariamente.

Le apparenze non devono trarre in inganno: può sembrare un atto di poco conto, ma una falsità “virale” può avere conseguenze più o meno gravi. Per questo motivo è importante “farci l’occhio”, tenersi aggiornati e informarsi da più fonti, in modo che noi stessi non diventiamo, a nostra volta, una fonte poco attendibile, ma un’origine solida di informazioni per gli altri, perché informarsi non è solo un diritto, ma un dovere.

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