La realtà secondo i giornali

Al giorno d’oggi, per chi non ha uno schieramento politico ben definito, è difficile prendere una posizione su ciò che accade nella scena politica di tutti i giorni.

Ad esempio, a proposito della manifestazione organizzata dai parlamentari del PDL contro la magistratura, i giornali esprimono le loro opinioni nei modi più disparati. L’evento ha suscitato così tanto scalpore da occupare le prime pagine delle maggiori testate giornalistiche. “il Giornale”  apre con il titolo “Marcia delle libertà”,parlando di “clima d’odio montato dalla procura” e di “attacco micidiale per togliere dalla scena politica il martire Silvio Berlusconi”. Si aggiungono inoltre “abusi,violenze e leggi sterzate a uso e consumo personale da parte dei pm che per ben 24 volte negli ultimi 18 anni ha dato l’assalto a Berlusconi senza riuscire a condannarlo”.  Completamente opposto è il versante occupato da “il Fatto Quotidiano” che definiscela manifestazione capitanata da Angelino Jolie come una tragicomica scampagnata sul marciapiede tipo gita delle pentole, di una corte dei miracolati sbarcati a Milano come Totò e Peppino, ma molto più ridicoli”.

E’ lecito chiedersi perchè testate di una certa rilevanza del panorama giornalistico nazionale siano così schierate per l’una o per l’altra fazione politica.

Il compito dei giornali è quello di mostrare una chiara visione della realtà e di presentare oggettivamente i fatti accaduti.  Il gruppo dei lettori italiani non è uniformemente istruito, quindi c’è chi, essendo a conoscenza della vera situazione politica in Italia, scaturita da anni e anni di malgoverno, non si fa abbindolare dalle posizioni di alcune testate che camminano in direzione di un uomo dal passato chiacchierato e chi invece si fa plagiare facilmente dalla maestranza oratoria  di alcuni adulatori.

Qui si discute di uomini che hanno un compito così importante e di  giornalisti che nel giro di qualche secondo infangano la loro reputazione, anche scrivendo cose che in realtà non sono vere. E’ vero che sta alla coscienza di ogni lettore credere o meno ai fatti raccontati, ma è anche vero che l’ordine dei giornalisti dovrebbe essere il più imparziale possibile.

Luca Toralbo e Andrea Natoli

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