AAA Cercasi pianeti abitabili!

 

 

Nuove notizie in arrivo! Sette esopianeti simili alla Terra che orbitano attorno ad una stella nella cosiddetta zona abitabile, in un sistema solare molto più piccolo del nostro e distante

Credit: ESO/O. Furtak

da noi “soltanto” 40 anni luce! La scienza continua a sorprenderci, e immagino che anche voi, come me, abbiate gli occhi fuori dalle orbite. Chi di noi non ha un parente o un amico scettico per quanto riguarda l’universo e le forme di vita extra terrestri? Be’, dopo certe scoperte, il dubbio dovrebbe veramente cominciare a venire a tutti. Tuttavia non riusciremo probabilmente ad avere notizie reali per quanto riguarda quest’ultimo punto, dato che 40 anni luce non sono proprio una passeggiata. Significa infatti che l’uomo, per raggiungere questi canadian pharmacy cialis esopianeti, impiegherebbe 40 anni… se avesse mezzi che andassero alla velocità della luce! Purtroppo nel cosmo, con la tecnologia attuale, non si sfiora neanche l’1% della sua velocità, e non si potrebbero quindi far arrivare delle sonde in loco se non in centinaia di migliaia di anni. Già, dei veri e propri problemi di spazio.

Credit: ESO

Questi sette esopianeti sono tutti rocciosi e, in particolare, risultano avere canadian pharmacy viagra dimensioni e massa tutte simili alla Terra. Orbitano intorno a una stella, una nana rossa, relativamente “fredda” e poco più grande di Giove. Molto più piccola e molto meno luminosa del Sole, la stella è stata denominata Trappist-1, dal satellite Trappist-South che ne ha permesso, insieme ad altri, l’individuazione. Fra questi pianeti tre presentano davvero una grande probabilità di contenere acqua e magari, chissà, di ospitare vita! Inoltre presentano un’altra grande particolarità: proprio come per la luna, il loro periodo di rivoluzione equivale al loro periodo di rotazione: mostrano cioè sempre la stessa faccia alla loro stella. La tecnica che ha permesso di individuare questi sette esopianeti (e tanti altri con caratteristiche simili) è la tecnica dei transiti. Degli appositi satelliti misurano infatti la luce emessa dalle stelle lontane servendosi proprio delle “eclissi” provocate dai pianeti che orbitano attorno. E’ proprio quando questa luminosità diminuisce (anche di poco) che si può così presumere la presenza di pianeti in orbita. Con le giuste osservazioni e misurazioni, per esempio, del tempo che trascorre da un transito ad un altro, si possono modafinil online ottenere dei dati davvero attendibili. Tuttavia, a meno che non arrivi una civiltà extra-terrestre o qualche super-cervellone dal futuro (fra le 2 non so quale sia la più improbabile), saremo costretti ad accontentarci delle informazioni ottenibili dai telescopi spaziali.

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