Vittime di violenza denunciano sul web!

di Giuditta La Vecchia ed Emilia Gibbisi

“The next day he told me: you said NO but your body told me YES!”
“Il giorno dopo mi ha detto: Dicevi di no, ma il tuo corpo mi diceva di sì.”

Queste le parole di uno stupratore ventottenne ad una ragazza appena diciottenne prima che abusasse di lei.  Che colpe si sarà attribuita? Molti sono gli stereotipi relativi alla violenza sessuale: “Lo stupratore è sempre un malato, un mostro, uno sconosciuto.” Chi l’avrà aiutata?  Una studentessa americana di nome Grace Brown chiede alle vittime di violenza sessuale di scrivere su un cartello l’ultima frase che i propri aggressori hanno pronunciato prima che abusassero di loro e di fotografarlo. In questo modo, la giovane studentessa vuole ridare alle vittime il potere sulle parole che una volta erano usate contro di loro, le stesse parole che le vittime non possono dimenticare e che le hanno annientate fisicamente e psicologicamente rendendole deboli. L’iniziativa prende il nome di “UNBREAKABLE”. L’ obiettivo di Grace è quello di diffondere la luce, la consapevolezza e la guarigione per coloro che sono stati colpiti da questa angheria. In America molte ragazze, ma, al contrario di ciò che si possa pensare, anche moltissimi ragazzi hanno aderito a questa iniziativa che hanno ritenuto un modo per sentirsi meno soli. Il problema dell’abuso sessuale è un problema che per troppi anni è stato tenuto nell’ombra ed è stato trascurato, ma oggi anche la legge supporta le vittime e riconosce nell’abuso sessuale un reato. La legge n. 66  del 15 febbraio 1996 “Norme contro la violenza sessuale”:
· identifica il reato di violenza sessuale come delitto contro la persona;
· e punisce con la reclusione da 5 a 10 anni “chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali”.
Anche con la tutela legale, spesso le vittime di questi abusi hanno paura a denunciare l’accaduto, per paura di ritorsioni contro loro o contro la loro famiglia, come riportano alcune frasi sul sito dell’iniziativa: “If you struggle I’ll kill you and your family”, “Se ti ribelli io ucciderò te e la tua famiglia” (trad. italiana).
Queste realtà che ci sembrano  tanto lontane, sono invece più vicine di quanto crediamo, non ignoriamole.

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