31^ Marcia Antimafia ai Valloni

397498_727310333970016_1268067206_nGiorno 26 Febbraio 2014 è stata indetta nella strada dei Valloni (strada che collega Bagheria con Casteldaccia), dal centro studi Pio La torre, la 31esima edizione della Marcia antimafia. L’evento è infatti una commemorazione della marcia svoltasi il 26-02-1983 come urlo di protesta contro il fenomeno criminale noto a tutti come mafioso, che si serviva di questa strada come possibilità di fuga dopo un delitto “d’onore”.  Quest’anno, in ricordo di questa marcia rivoluzionaria (considero rivoluzionaria perché non era assolutamente facile in quegli anni osteggiare queste organizzazioni criminali), è stata affissa una targa con scritto “Marcia antimafia 26/02/1983” che da ora in poi titolerà la strada. Il corteo è partito dal Corso Umberto per le 10 di mattina, altezza scuola elementare Cirrincione, per poi  proseguire in via A. De Gasperi, dirigersi così dritto per via De Spuches e concludersi ai Valloni con la presentazione della targa commemorativa alle 11 e 30. Il corteo comprendeva varie scuole minori elementari e medie, i licei artistico, scientifico e classico e l’I.T.E, varie associazioni,  cariche istituzionali quali i sindaci di Bagheria, Casteldaccia e S.Flavia, i parroci di alcune chiese di Bagheria e, infine, il presidente del centro studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco.

In questo evento ha partecipato anche il nostro Preside Pietro Rammacca, al quale ho chiesto se potesse lasciarci delle sue considerazioni sulla marcia tenutasi:

Io credo che oggi siamo, in una giornata quasi primaverile, con una gran bella folla di ragazzi, pieni di speranza e di docenti e di uomini della cultura antimafia che si stanno un po’ prodigando unitamente alle forze dell’ordine e le istituzioni, […] i sacerdoti, i sindaci di Bagheria, di Santa Flavia e Casteldaccia. Sono convinto che in questa giornata, come dicevo, stiamo celebrando… dire una festa è poco!
Stiamo commemorando il ricordo, la memoria di tanta gente che si è spesa per la civiltà in questa terra, perché la civiltà possa attecchire e possa allignare come germoglio nuovo. Questa terra, che è stata, effettivamente, madre di tante culture e di tante civiltà. Ecco quindi che dobbiamo cercare di imparare a capire la nostra terra affinchè essa sia la madre di una civiltà siciliana.”

Antonio Tralongo

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