L’uomo oggi e domani…

Dall’Australopithecus afarensis all’Homo TuttoFuorchéSapiens…

 

Quando si pensa al futuro, immaginiamo un mondo avanzato tecnologicamente, dove la società ha raggiunto un livello di progresso molto evoluto e dove consideriamo “acqua passata” i problemi odierni. Per nostra natura, consideriamo il futuro il luogo dove risiedono le nostre speranze e i nostri sogni; immaginiamo macchine volanti, uomini che abitano su Marte e la Luna, e altro. Il problema è che il progresso che ci aspettiamo  nel futuro è solo legato all’ambito tecnico-scientifico; sul piano socio-culturale, invece  di sentire un processo di avanzamento,  avvertiamo  il processo opposto, come se l’essere umano, arrivato al massimo dell’evoluzione, non avendo più niente da raggiungere, avesse cambiato  andamento , passando da una climax ascendente di innovazioni, ad una climax discendente di volgarizzazione. Per questo si parla di “involuzione dell’uomo moderno”. Secondo il noto biologo e naturalista Charles Darwin, una specie progredisce in base ad una selezione naturale, la quale porta alla scomparsa degli individui più deboli e alla sopravvivenza  invece  degli modafinil online individui più forti. Ma questa selezione è dovuta a situazioni particolari, in cui gli individui devono competere con tutti i loro mezzi a disposizione, affinché possano riuscire a superare gli ostacoli imposti dagli eventi. Se diamo un’occhiata al mondo di oggi, noteremo che per l’essere umano non esiste più una selezione naturale. Infatti  a partire dalla rivoluzione scientifica del Seicento, l’uomo ha iniziato a progredire nelle scienze, arrivando oggi ad un livello molto elevato di avanguardia in tutti i campi scientifici, dalla scienza medica a quella tecnologica, etc…facendo lavorare tutti i settori  in sinergia. La rivoluzione scientifica, dunque, ci ha portati avanti nel sapere, permettendoci di acquisire una maggiore qualità della vita (ovviamente, c’è sempre una disparità, dato che tutto questo è vissuto solo dai Paesi “ricchi” del mondo), ma accanto a questo avanzamento, c’è anche una regressione delle nostre strutture socio-culturali. Dove la osserviamo questa canadian pharmacy cialis regressione? La osserviamo dall’indifferenza per i corpi degli immigrati, che muoiono nei barconi per ipotermia o perché annegati nel Mediterraneo; la osserviamo dal rafforzamento di sentimenti nazionalistici ,che ci portano al rifiuto e alla paura verso popoli stranieri; la osserviamo dall’incessante aumento della violenza e del rischio di una probabile guerra, la quale (per nostra disgrazia) sarebbe affrontata solo con armi atomiche; la osserviamo dalla noncuranza dell’ambiente  e da una passiva e infruttuosa speranza verso l’operato degli scienziati, forse gli unici essere umani a non subire “l’involuzione”; la osserviamo dal numero, sempre più elevato di adepti al culto più antico del mondo, ovvero quello per il dio denaro, un culto dettato dalla sempre più costante fame degli uomini ad accumulare ricchezza, come se questo fosse l’unico fine della vita. Ma non possiamo abbandonarci così verso un ipotetico disfacimento di tutto quello a cui siamo canadian pharmacy arrivati nel corso dei secoli. Il nostro compito è quello di impedire l’involuzione del nostro cervello e di proiettare la specie umana verso nuovi orizzonti a cui giungere: se è la pigrizia che ci sta distruggendo, sarà il dinamismo che ci salverà.

“Nessuno di noi può cambiare i nostri ieri, ma tutti noi possiamo cambiare i nostri domani”. (Anonimo)

Tutto ciò non è un’utopia, ma pura realtà se solo noi, genere umano, riuscissimo ad aprire gli occhi e a renderci conto della grandissima fortuna di cui disponiamo. Quindi, smettiamola di costruire muri (ne avevano uno a Berlino…ed è caduto!) e iniziamo a costruire ponti (quelli, se fatti bene, resistono…sicuri); smettiamola di ammuffire davanti i social e a quei 140 caratteri che ci fanno sembrare degli esseri passivi e, infine, smettiamola di cercare solo di accumulare denaro e preoccupiamoci, invece, di accumulare beni più preziosi dell’oro, cioè gli amici. Iniziamo, insomma, a vivere per davvero!

 

Gaetano Germano

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