MATURITA’, MA CHE SENSO HA? – Tarantino Maria Laura & Sciortino Elisa

Quelli che ci aspettano tra qualche mese sono i fatidici esami di stato che tanto destano in noi preoccupazione, ansia e stress.

Ma l’esito di quattro prove, tre scritte e una orale, possono essere davvero paragonabili a cinque anni di grande impegno e costanza nello studio?

Possono dei professori che non ci conoscono valutarci sulla base di un solo colloquio frontale che si svolge in poco tempo?

 Di certo durante quegli interminabili minuti, le parole danno voce non alle nostre reali conoscenze ma solo a una grande tensione che non ci abbandona.

Tentiamo di trovare risposte alle astruse domande che ci vengono poste dai professori, tra le mille immagini di pagine di appunti,libri che la nostra mente ci restituisce. Siamo preparati , la tesina è pronta ma sugli esami di maturità campeggia un solo grande interrogativo: come saranno i commissari esterni?

 Il colloquio è sicuramente la prova più temuta perché, a differenza delle prove scritte, non c’è molto tempo per riflettere e bisogna confrontarsi direttamente con i commissari esterni, che non si conoscono.

I commissari esterni  sono sempre un’ incognita. Potrebbero essere molto severi e fare domande difficilissime oppure cercare di aiutare i ragazzi e di non rendere l’esame ancora più difficile. Anche lo studente più preparato può essere intimorito da un professore che non conosce e che non lo conosce.

La vita è fatta di mille sfide, ostacoli, tanti esami che dovremo affrontare ; di certo questo non è  l’unico che ci attende ma al momento appare ai nostri occhi come il più importante,uno scoglio insormontabile da superare per immetterci in un’altra dimensione dello studio.

Un intero anno scolastico dedicato alle numerose prove da sostenere, scritte e orali,  progetti , che ci riducono sfiniti proprio quando ormai il tempo che ci separa da quel tanto atteso giorno si fa breve.

 Le forze ormai ci abbandonano, le giornate scorrono velocemente e tanti sono i mille impegni a cui dobbiamo rispondere,ma  come arriveremo a sostenere quell’esame?

Sappiamo di non essere gli unici al mondo a dover affrontare questi esami, sappiamo anche di non essere gli unici ad avere addosso tanto stress e stanchezza ma siamo fiduciosi nel credere di poter superare, nonostante tutto, quest’anno scolastico con successo sperando che ci venga dato giusto merito per i sacrifici fatti.

Si vuole davvero dare una valutazione di maturità ai ragazzi che sono al termine di un importante corso di studi?

 Il ministero dell’istruzione dovrebbe adottare, come nei paesi esteri, delle prove in itinere che provino la preparazione dell’alunno nel corso dell’anno e non al suo termine.

Sarà poi la vita con il suo corso,le scelte che faremo ad indirizzarci verso una soddisfacente carriera lavorativa. 

 

 

 

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